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“Patagonia” sbarca al cinema il 14 settembre

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Patagonia“, il nuovo film diretto da Simone Bozzelli, uscirà al cinema il 14 settembre.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Tommaso Favagrossa e Simone Bozzelli.

È prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa. Una produzione Wildside, Vision Distribution con Rai Cinema, in collaborazione con Sky. La distribuzione internazionale è di Vision Distribution.

Sinossi

Yuri, ragazzo rinchiuso in una vita senza scintille da una zia che lo tratta come un bambino, trova in Agostino, un girovago già uomo ma con lo spirito di un ragazzino, la spinta ad andarsene e a lasciarsi dietro una gabbia di troppo amore e un noioso paese della costa abruzzese. Reclutato come assistente da Agostino, animatore di feste di compleanno per bambini, sale sul suo camper e inizia una vita nomade.
Lungo le strade del centro Italia, tra una sigaretta, una canna e un CD che si blocca, tra Agostino e Yuri nasce un rapporto ambiguo fatto di premi e punizioni e la promessa di un viaggio nella terra del fuoco, in Patagonia.

Ma prima bisogna lavorare, guadagnare. Altrimenti come si parte? A lavorare, però, è sempre più Yuri, soprattutto quando Agostino spegne il camper in un villaggio dove si fa sempre festa a suon di techno. Così per Yuri la Patagonia diventa sempre più lontana. Il rapporto con Agostino sempre più claustrofobico, come le pareti di quel camper.

Il cast

Tra i protagonisti del film troviamo Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi, Elettra Dallimore Mallaby e Alexander Benigni.

Note di regia

Questo è l’incipit del romanzo di Peter Pan, scritto da James Matthew Barrie. Come tutti sappiamo, Peter è un bambino che non vuole crescere, volante, libero e pieno di fantasia. Quando Wendy, una bambina che Peter trascina con sé in un viaggio notturno, gli chiede dove abiti, Peter risponde: «Seconda stella a destra, poi dritto fino al mattino». Una risposta poetica, data per fare colpo: Peter Pan ha le caratteristiche
letterarie del bambino seduttore e un po’ sbruffone, avventuroso e travolgente. Ma questa non è solo la storia di un Peter Puer, Agostino. È la storia di chi guarda Agostino: Yuri. Un ragazzo che vive una vita senza scintille con una zia che lo tratta come un bambino e che trova in Agostino la spinta ad andarsene e a lasciarsi dietro una gabbia di troppo amore e un noioso paese della costa abruzzese. Yuri è un candido, una superficie in cui l’egocentrico animatore si riflette. Yuri inizia a identificarsi nei desideri di Agostino, li fa propri. Inizia a lavorare con lui per finanziarli, fino ad accettare piccole e ripetute molestie morali. Un gioco tra piacere e dispiacere. Premi e punizioni.

Quando arriviamo al campo rave, Agostino non è altro che uno dei tanti giovani frastornati, fluttuanti sessualmente e psicologicamente indeterminati. A muoverli non è l’ambizione ma il precipitato di un desiderio che serve a sbarcare il lunario e arrivare a domani, dove tutto ricomincia uguale a ieri. A colpi di 160 bpm inseguono la libertà, meglio, un’illusione di libertà. La stessa che Agostino promette a Yuri, in Patagonia. Un sogno che si traduce in un gioco di forza e dipendenza. E a Yuri non resta che imparare l’esperienza della scelta, sapendo che qualsiasi scelta implica sempre una perdita. Anche di libertà.

Foto di Claudia Sicuranza



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