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Saccà, riapriamo i set con fondo garanzia assicurativo

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“Tra giugno e settembre potremmo riaprire i set, i protocolli arriveranno presto e saremo messi tutti in sicurezza davanti e dietro la macchina da presa. Il vero nodo da sciogliere è l’assicurazione sul rischio pandemia”. A pochi giorni dal debutto, l’11 maggio on demand sulle maggiori piattaforme, di ‘Favolacce’ il film dei gemelli D’Innocenzo premiato a Berlino con l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura e tenuto lontano dal cinema dal coronavirus, Giuseppe Saccà, che l’ha prodotto con la sua Pepito, spiega all’AGI che la storia di Favolacce non poteva aspettare, assicurando che appena si potrà, andrà anche sul grande schermo, “magari in una delle arene estive di Moviement village, è il mio sogno”.

Intanto analizza fasi e problemi che Anica, Apa e Ape, le tre associazioni che con i sindacati stanno lavorando ai protocolli di sicurezza propedeutici alla riapertura dei set, stanno affrontando: “Si sta procedendo per quattro passaggi – spiega – la riapertura degli uffici di produzione, i protocolli di sicurezza per le fasi di preparazione, come le scelte delle location, quelli per tutto ciò che riguarda chi lavora dietro le telecamere (truccatori, macchinisti, autisti) e quelli per attori e comparse”. Ma se per quanto riguarda i protocolli non prevede tempi lunghi, Saccà spiega che il vero grande rischio è quello legato all’assicurazione del rischio la pandemia: “Stiamo mettendo in sicurezza tutti, ma le compagnie oggi non assicurano sul fermo pandemia e fermo film – chiarisce – considerando che sarebbe ovviamente un disastro finanziario dover fermare il set perché si è ammalato un attore, ho in mente una proposta che abbatterebbe il rischio delle assicurazioni”.

Il produttore pensa a un fondo di garanzia assicurativo partecipato dallo Stato e da produttori, broadcaster, distributori, tutti i protagonisti della filiera insomma, soprattutto attraverso, spiega, la fiscalità generata dal settore: “Mi rendo conto che assumersi un rischio così alto ora per le compagnie assicurative è complicato e quindi un un momento di crisi come questo bisogna fare uno sforzo collettivo per diminuire il loro rischio, se ne esce tutti insieme, partecipando e non limitandosi a chiedere passivamente soltanto aiuto, l’importante – chiarisce – è che una volta rientrata la crisi ognuno torni a fare il suo mestiere, produttori, broadcaster e assicuratori”.  Per quanto riguarda la ripresa dei set, su abbracci e scene d’amore che non possono rispettare il distanziamento sociale, Saccà, ai blocchi di partenza (erano in fase di preparazione quando è scoppiata l’emerge Coronavirus) con la nuova stagione della fiction tv ‘Volevo fare la rockstar’ e con il film di Sergio Rubini sui fratelli De Filippo è tranquillo: “Tutti i problemi sono risolvibili , con i tamponi rapidi potremo monitorare gli attori tutti i giorni, accertandoci che siano negativi. Il coronavirus non può monopolizzare le sceneggiature, è un bene che abbia generato delle scintille creative, ma non possiamo pensare che tutte le storie siano incentrate sul virus o che i film siano girati in casa, con pochi attori”. 

Resta il punto interrogativo sul ritorno del pubblico nei cinema, ad oggi previsto per la fine dell’anno e legato alla sicurezza relativa alla salute da una parte e alle resistenze psicologiche che non tutti gli spettatori saranno pronti a vincere: “Una parte del pubblico tornerà in sala, un’altra parte no, quindi sono apprezzabili tutte le iniziative cinematografiche legate alla piattaforme, come “Miocinema” (quella appena lanciata da Mymovies, Lucky Red e Circuito Cinema, focalizzata sul cinema di qualità ndr)”.   

Anche Saccà pensa a una piattaforma simile, on demand, sulla quale poter vedere i film comprando il biglietto e conservando gli orari tradizionali scanditi dalle sale cinematografiche, e che, aggiunge, potrebbe ospitare in futuro anche contenuti d’arte: “Non posso portarla avanti da solo, cerco altri produttori, circuiti cinematografici, credo che ci si salvi solo tutti insieme, con soluzioni condivise e che il cinema sulle piattaforme sia necessario per riportare gradualmente la gente al cinema”. Intanto stasera Saccà si godrà la serata dei David di Donatello. Per chi fa il tifo? “Non posso dirlo perché ho troppi amici coinvolti, ma è certo che questa serata ha un grande valore simbolico, il cinema non si ferma – spiega – mi auguro ovviamente che resti un’esperienza unica e che l’anno prossimo si torni al red carpet, e alla cerimonia tradizionale, magari con i nostri “Hammamet” e “Favolacce” in gara”.

Fonte: AGI – Agenzia Italia



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